“Beh,
sono andato a letto presto”
Questo
fulmineo scambio di battute tra Fat Moe (Mike Monetti) e David
Noodle Aarondson (Robert De Niro), appartengono ad uno dei più
straordinari film di tutti i tempi, quel “C'era una volta in
America”, pellicola del lontano 1984 di Sergio Leone, che
insegnò al mondo intero come si può fare dell'ottimo cinema anche
al di fuori di Hollywood.
E
noi, che dovremmo fare, che dite? Forse davvero andare a letto
presto, come chiosava il grande Bob?
Certo
che, con quello che ci propone la nostra TV, potrebbe essere
un'ottima idea, soprattutto se non si va da soli...ma anche se così
fosse, un bel libro è certamente mille volte meglio che ascoltare
certe porcherie mediatiche. Lo affermò anche, quasi un secolo fa, il
grande Groucho Marx. Ripetiamo per i compagnucci, il Marx
intelligente, non quel vostro cialtrone a nome Carl. Ricordate:
“...la
televisione è molto istruttiva: tutte le volte che qualcuno la
accende, me ne vado nell'altra stanza a leggere un libro...”.
Grandissimo...
In
questi giorni, il nostro Governo sta martellando l'etere con alcuni
messaggi “socialmente utili”, come quello contro
l'evasione fiscale, e, udite udite, quello a favore della lettura.
Non è una novità che in Italia la lettura non sia proprio lo svago
preferito, e lo si evince abbastanza elementarmente, basta ascoltare
qualche discorso tra la gente. Congiuntivi sconosciuti, consecutio
temporum inesistente, sintassi non pervenuta, uso smodato di forme
dialettali “italianizzate”.
Chiariamo, nulla abbiamo contro il vernacolo, straordinario esempio
di cultura popolare, e della eccezionale diversità e ricchezza del
nostro paese, ma, visto che la lingua corrente è l'italiano, vediamo
di parlarlo. E quanto può valere, secondo voi, l'appello televisivo?
Nulla, assolutamente nulla. Il pubblico televisivo è quanto di più
refrattario esista a qualsiasi afflato culturale. La dimostrazione
lampante di tutto ciò sta nella completa assenza dal palinsesto di
programmi di informazione, cultura o approfondimento. Al tempo, non
venite a dirmi che boiate come la “Vita
in diretta” o “L'arena”, condotta
quel camionista analfabeta per vecchie zitelle allupate di Giletti, è
un approfondimento culturale, saremmo capaci di fuggire urlando. Per
vedere qualcosa che assomigli ad un programma culturale, bisogna
attendere fino a notte fonda, e poi e poi...
Se
volete un altro esempio, guardate la misera fine che ha fatto il
programma di Vittorio Sgarbi...d'accordo, non era nulla di speciale,
il critico ferrarese spesso sa essere irritante come pochi, ma è
sempre più attinente alla cultura che ascoltare Albano o Morandi...
Quindi,
o vi guardate le lezioni universitarie alle tre di notte, peraltro
noiosette,o vi rassegnate a guardare Rai 5, sempre che il vostro
digitale terrestre funzioni ad hoc.
E
qui parliamo di una altro aspetto della TV moderna. Un paio di anni
orsono è arrivato il digitale terrestre. Acclamato come la panacea
di tutti i mali televisivi, si è dimostrato ben presto una bufala
galattica. Non stiamo parlando della scarsa, scarsissima, qualità
tecnica della ricezione, o della totale inaffidabilità della stessa,
parliamo di qualità del prodotto. Un nostro personale conoscente, il
grandissimo conoscitore e cultore della TV come Carlo Freccero, da
anni proponeva, per uscire dall'impasse mediatico-culturale degli
anni '90,il passaggio alla TV dedicata, in contrapposizione con
l'appiattimento della TV generalista. In pratica, il buon Carlo
pensava che sarebbe bastato indirizzare l'offerta televisiva,
targettizzandola, per migliorare la qualità e dare spazio,
finalmente, anche alla cultura. Ahinoi, la TV dedicata è arrivata,
la cultura....no. Infatti, ora, al posto dei tradizionali 10-15
canali, ce ne sono 150-200, e quindi ci sarebbe tutto lo spazio
necessario per proporre qualcosa di più accettabile. Ed
invece....nulla. Sulle ammiraglie spopolano i programmi spazzatura
come “La prova del cuoco”? Bene, le piccole TV, che
fanno, scimmiottano. Quindi ora, oltre a “tagliatella”
Clerici, ci dobbiamo sopportare pure la vicina di casa, o il
pelapatate della pizzeria sotto casa che si inventano grandi chef,
per proporci le loro porcate. Su Rai Uno c'è quell'immensa schifezza
di “Ballando con le stelle”? Fantastico, ora
sulla piccola rete locale ci dobbiamo beccare la suocera dell'amica,
vestita da Ferrero Rocher, che balla con il suo compare, lei tentando
di non sputare la dentiera, e lui tentando di reggersi
contemporaneamente il riporto, l'epa strabordante ed il
catetere...uno spettacolo a dir poco pietoso.
E
non è finita qui. Le TV nazionali ci frantumano i cosiddetti con i
comizi faziosi ed inutili dei Santoro e dei Saviano? Detto fatto, la
TV regionale ci mostra il pistolotto del Presidente della VII
Circoscrizione, che tenta di leggere, peraltro senza capirci un tubo,
un testo scritto da altri, gli intellettuali del Partito, quelli che
hanno addirittura il figlio ragioniere in Comune...
“Eloì,
eloì,lema sabachtani”
Pensate
che Nostro Signore avesse visto il TG4?? E credete che sia tutto
qui? Parliamo della nostra grande passione? Sì, il cinema. I grandi
network si dannano per accaparrarsi le ultime prime cinematografiche?
Ebbene, sulle piccole ci dobbiamo sorbire i film western italiani anni
60-70, quelli girati sul greto del torrente vicino a casa, con i
cavalli salvati dal macello ed i pellerossa nativi di Torre
Annunziata...
Cosa
ci rimane? Forse Sky? E qui, forse, un passo avanti c'è stato,
effettivamente. Il canale documentaristico, arricchito dai bellissimi
pezzi del National Geographic, è davvero assai interessante, e così
anche le serie su Fox, alcune veramente belle, e di elevatissima
qualità tecnica ed autoriale.
Forse,
forse si potrebbe affermare che non sia giusto che, con un'offerta
pubblica così vasta, si debbano sborsare altri denari per avere una
TV decente. E su questo non entriamo in merito, ci porterebbe troppo
lontano.
Il
problema, forse, è alla base. Il problema è il pubblico.
“Nolite
porgere margarita ante porcos”
Diceva
il Salvatore. Non date le perle ai porci...nel senso che, se la gente
apprezza la cacofonia di Castellina Pasi, non potete trasmettere
Mozart...
E
forse questa è la triste realtà,una realtà, però, a cui non ci
abitueremo mai, e contro cui combatteremo, fino alla fine dei nostri
giorni.
Orgogliosamente
dalla parte sbagliata
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