giovedì 19 aprile 2012

Cultura






Ehi,Noodle,cosa hai fatto in questi ultimi vent'anni?”

Beh, sono andato a letto presto”



Questo fulmineo scambio di battute tra Fat Moe (Mike Monetti) e David Noodle Aarondson (Robert De Niro), appartengono ad uno dei più straordinari film di tutti i tempi, quel “C'era una volta in America”, pellicola del lontano 1984 di Sergio Leone, che insegnò al mondo intero come si può fare dell'ottimo cinema anche al di fuori di Hollywood.

E noi, che dovremmo fare, che dite? Forse davvero andare a letto presto, come chiosava il grande Bob?

Certo che, con quello che ci propone la nostra TV, potrebbe essere un'ottima idea, soprattutto se non si va da soli...ma anche se così fosse, un bel libro è certamente mille volte meglio che ascoltare certe porcherie mediatiche. Lo affermò anche, quasi un secolo fa, il grande Groucho Marx. Ripetiamo per i compagnucci, il Marx intelligente, non quel vostro cialtrone a nome Carl. Ricordate:



...la televisione è molto istruttiva: tutte le volte che qualcuno la accende, me ne vado nell'altra stanza a leggere un libro...”.



Grandissimo...

In questi giorni, il nostro Governo sta martellando l'etere con alcuni messaggi “socialmente utili”, come quello contro l'evasione fiscale, e, udite udite, quello a favore della lettura. Non è una novità che in Italia la lettura non sia proprio lo svago preferito, e lo si evince abbastanza elementarmente, basta ascoltare qualche discorso tra la gente. Congiuntivi sconosciuti, consecutio temporum inesistente, sintassi non pervenuta, uso smodato di forme dialettali italianizzate”. Chiariamo, nulla abbiamo contro il vernacolo, straordinario esempio di cultura popolare, e della eccezionale diversità e ricchezza del nostro paese, ma, visto che la lingua corrente è l'italiano, vediamo di parlarlo. E quanto può valere, secondo voi, l'appello televisivo? Nulla, assolutamente nulla. Il pubblico televisivo è quanto di più refrattario esista a qualsiasi afflato culturale. La dimostrazione lampante di tutto ciò sta nella completa assenza dal palinsesto di programmi di informazione, cultura o approfondimento. Al tempo, non venite a dirmi che boiate come la “Vita in diretta” o L'arena”, condotta quel camionista analfabeta per vecchie zitelle allupate di Giletti, è un approfondimento culturale, saremmo capaci di fuggire urlando. Per vedere qualcosa che assomigli ad un programma culturale, bisogna attendere fino a notte fonda, e poi e poi...

Se volete un altro esempio, guardate la misera fine che ha fatto il programma di Vittorio Sgarbi...d'accordo, non era nulla di speciale, il critico ferrarese spesso sa essere irritante come pochi, ma è sempre più attinente alla cultura che ascoltare Albano o Morandi...

Quindi, o vi guardate le lezioni universitarie alle tre di notte, peraltro noiosette,o vi rassegnate a guardare Rai 5, sempre che il vostro digitale terrestre funzioni ad hoc.

E qui parliamo di una altro aspetto della TV moderna. Un paio di anni orsono è arrivato il digitale terrestre. Acclamato come la panacea di tutti i mali televisivi, si è dimostrato ben presto una bufala galattica. Non stiamo parlando della scarsa, scarsissima, qualità tecnica della ricezione, o della totale inaffidabilità della stessa, parliamo di qualità del prodotto. Un nostro personale conoscente, il grandissimo conoscitore e cultore della TV come Carlo Freccero, da anni proponeva, per uscire dall'impasse mediatico-culturale degli anni '90,il passaggio alla TV dedicata, in contrapposizione con l'appiattimento della TV generalista. In pratica, il buon Carlo pensava che sarebbe bastato indirizzare l'offerta televisiva, targettizzandola, per migliorare la qualità e dare spazio, finalmente, anche alla cultura. Ahinoi, la TV dedicata è arrivata, la cultura....no. Infatti, ora, al posto dei tradizionali 10-15 canali, ce ne sono 150-200, e quindi ci sarebbe tutto lo spazio necessario per proporre qualcosa di più accettabile. Ed invece....nulla. Sulle ammiraglie spopolano i programmi spazzatura come “La prova del cuoco”? Bene, le piccole TV, che fanno, scimmiottano. Quindi ora, oltre a “tagliatella” Clerici, ci dobbiamo sopportare pure la vicina di casa, o il pelapatate della pizzeria sotto casa che si inventano grandi chef, per proporci le loro porcate. Su Rai Uno c'è quell'immensa schifezza di “Ballando con le stelle”? Fantastico, ora sulla piccola rete locale ci dobbiamo beccare la suocera dell'amica, vestita da Ferrero Rocher, che balla con il suo compare, lei tentando di non sputare la dentiera, e lui tentando di reggersi contemporaneamente il riporto, l'epa strabordante ed il catetere...uno spettacolo a dir poco pietoso.

E non è finita qui. Le TV nazionali ci frantumano i cosiddetti con i comizi faziosi ed inutili dei Santoro e dei Saviano? Detto fatto, la TV regionale ci mostra il pistolotto del Presidente della VII Circoscrizione, che tenta di leggere, peraltro senza capirci un tubo, un testo scritto da altri, gli intellettuali del Partito, quelli che hanno addirittura il figlio ragioniere in Comune...



Eloì, eloì,lema sabachtani”



Pensate che Nostro Signore avesse visto il TG4?? E credete che sia tutto qui? Parliamo della nostra grande passione? Sì, il cinema. I grandi network si dannano per accaparrarsi le ultime prime cinematografiche? Ebbene, sulle piccole ci dobbiamo sorbire i film western italiani anni 60-70, quelli girati sul greto del torrente vicino a casa, con i cavalli salvati dal macello ed i pellerossa nativi di Torre Annunziata...



Cosa ci rimane? Forse Sky? E qui, forse, un passo avanti c'è stato, effettivamente. Il canale documentaristico, arricchito dai bellissimi pezzi del National Geographic, è davvero assai interessante, e così anche le serie su Fox, alcune veramente belle, e di elevatissima qualità tecnica ed autoriale. 

Forse, forse si potrebbe affermare che non sia giusto che, con un'offerta pubblica così vasta, si debbano sborsare altri denari per avere una TV decente. E su questo non entriamo in merito, ci porterebbe troppo lontano.

Il problema, forse, è alla base. Il problema è il pubblico.



Nolite porgere margarita ante porcos”



Diceva il Salvatore. Non date le perle ai porci...nel senso che, se la gente apprezza la cacofonia di Castellina Pasi, non potete trasmettere Mozart...

E forse questa è la triste realtà,una realtà, però, a cui non ci abitueremo mai, e contro cui combatteremo, fino alla fine dei nostri giorni.



Orgogliosamente dalla parte sbagliata

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